venerdì 1 gennaio 2016

2015: un anno in viaggio

Se penso a come ero un anno fa e a come sono ora mi rendo conto quanto io sia cresciuta.
Ho preso aerei, macchine, pullman, treni, tanti treni, navi e un cammello. Ho mangiato per la prima volta cibo cinese, indiano, giapponese e del Qatar. Ho visitato l'Expo, senza pagare e quando una fila di 50 minuti sembrava lunghissima, la magnifica Berlino, ho corso giù per una duna di notte, fatto il bagno in mare di sera e ho assistito all'anteprima del balletto al Teatro alla Scala. Ho parlato di amore con una scrittrice, di crittografia con uno psicologo, di proteste con un poliziotto, di futuro con una giornalista, di pace con dei buddhisti, e ne sono sempre uscita un po' più saggia. Ho imparato i primi 99 versi della Divina Commedia, come si leggono i numeri in tedesco e come si scrivono in arabo, ho capito l'importanza dell'arte e ascoltato 1466 migliaia di minuti di musica su Spotify, bevuto più cocktail di quanti non ne avessi bevuti in tutti gli anni precedenti messi insieme e ho visto il mondo dal 55 piano di un grattacielo. Ho ballato in discoteca, all'Holi Festival of Colors, ad una manifestazione, in pizzeria, in classe, su un furgone mentre attraversava il deserto e su una nave. Ho aperto questo blog e pubblicato per la prima volte le mie poesie.
Mi sono divertita davvero tanto, ma ho anche pianto spessissimo, ho pianto perché ho cercato di scoprire chi fossi e per farlo si deve scavare molto in profondità. Ma almeno alla fine, dopo essermi odiata, nascosta, illusa, ho iniziato a capirci qualcosa, e sono arrivata ad accettarmi.
So di poter sperare in un 2016 brillante grazie al lungo viaggio che ho compiuto in questi ultimi mesi dentro e fuori di me, che non è ancora finito e forse, spero non finirà mai.

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